«Cosa accadrebbe se la Chiesa “abbracciasse” i dati?». Questa è una delle domande che ci si è posti a Colonia, tra il 25 e il 27 settembre 2023, all’annuale incontro ecumenico dell’ECIC, la European Internet Christian Conference. Il titolo della tre-giorni, la prima in presenza dopo la pandemia, era “Abbracciare l’era digitale: l’intersezione tra teologia e la tecnologia nella Chiesa di oggi”.
Se la prof.ssa Frederike van Oorschot dell’Università di Heidelberg aveva parlato di una teologia pubblica, Christian Sterzik, responsabile del digitale della Chiesa Evangelica tedesca, ha invece mostrato “Come i dati aiutano le chiese ad essere più affidabili e ‘impattanti’”. I dati, certo: la loro sicurezza, la loro affidabilità, ma anche la loro reperibilità. Non stupisce che Sterzik abbia iniziato la sua disanima su quanto sia difficile (o facile, dipende dai casi) trovare la propria chiesa o parrocchia su Google, argomento che fu, nel 2016, il tema del primissimo Tutorial di WeCa. Centrali, oggi più che mai, anche le recensioni, i metadati e i commenti sui social a cui sempre prestare attenzione, a loro volta connessi ai temi di cui ogni Chiesa si occupa: la loro analisi, il data mining, può trasformarsi in una risorsa irrinunciabile sia per grandi che per piccole organizzazioni.
All’incontro ECIC altri interventi hanno fotografato esperienze e buone pratiche. Interessante, in particolare, la testimonianza del pastore Ralf Peter Reimann, responsabile Internet della Chiesa evangelica tedesca della regione del Reno, su come, dopo la pandemia, le celebrazioni in diretta streaming non sono più considerate una parentesi imposta dal lockdown, ma una ministerialità da mantenere stabilmente per raggiungere chi, per mille ragioni, in chiesa non verrebbe. Ma non sono mancati altri spunti, su come persino i videogiochi possano essere spazio per la catechesi: Markus Kartano, della Chiesa luterana finlandese, ha condiviso le esperienze di catechesi nei mondi virtuali di Minecraft, videogioco all’interno del quale esplorare i luoghi della Bibbia o conoscere l’origine della riforma di Lutero.
Il professor Andrea Tomasi dell’Università di Pisa, Consigliere di WeCa, durante i lavori di ECIC ha offerto una possibile prospettiva cristiana per un “umanesimo tecnologico”. Contro il tecnocentrismo degli algoritmi, la chiave di volta può essere un sano antropocentrismo come quello proposto dall’ecologia integrale della Laudato Si’ di papa Francesco e dalla teologia di Romano Guardini.