Articolazione del progetto di ricerca

Didattica e pastorale del Web

Articolazione del progetto di ricerca

Alessandra Carenzio, Università Cattolica di Milano

 

La ricerca sarà articolata in sei azioni:

  1. Studio approfondito della letteratura sul tema con tre affondi: la pastorale del Web; il costrutto di comunità e di community, i media digitali e la narrazione.
  2. Attivazione e animazione di una comunità di pratica (in presenza e online) capace di produrre riflessioni e proporre esperienze sul campo per costruire, grazie alla community stessa, una sperimentazione nazionale (dal titolo Didattica e pastorale del Web) sull’uso degli strumenti social e 2.0 in chiave pastorale con i seguenti step:
  3. a) costruzione della community;
  4. b) definizione del piano degli incontri e delle dinamiche di costante e proficua interazione (spazi, tempi, obiettivi);
  5. c) discussione dei temi emersi nel corso del censimento delle pratiche, in parallelo rispetto al censimento stesso;
  6. d) costruzione di percorsi innovativi che la comunità si impegna ad attivare sul proprio territorio di appartenenza, alla luce dell’andamento del censimento.
  7. Censimento delle esperienze, dei progetti e delle pratiche che costruiscono il senso della comunità utilizzando i social media e il Web 2.0 (Twitter, Facebook, Instagram, personal blog, personal website, Vlog, Photolog, selfie e le principali applicazioni che segnano la nostra quotidianità).

L’analisi delle pratiche verrà condotta in funzione di una duplice restituzione:

  1. a) sul primo versante verranno evidenziate le ricorrenze, i trend e le specificità in termini mediali e tecnologici: quali ambienti social vengono scelti con maggiore frequenza? Quali strumenti vengono adottati? Di quali funzioni del Web 2.0 e dei social media ci si appropria per rispondere ai bisogni della comunità? E, ancora, in che modo le dimensioni della comunicazione (Rivoltella) sono spese nelle pratiche? Quali funzioni emergono nelle diverse esperienze mediali (Jacobson)?
  2. b) Sul secondo versante, invece, verranno restituiti alcuni dati utili rispetto alle specificità territoriali e ai bisogni veri e propri da cui i percorsi traggono origine o che, nuovamente, le esperienze mettono in luce con maggiore forza e spirito.

L’analisi delle pratiche, infatti, non vuole sono restituire una fotografia puntuale delle esperienze in atto, bensì ricollocare tali esperienze all’interno dei bisogni di comunità.

  1. Sperimentazione di pratiche innovative di pastorale 2.0, costruite avendo come cornice di riferimento il metodo EAS (Episodi di Apprendimento Situato), e definizione di un piano di monitoraggio, capace di restituire al territorio analisi informate e utili per riflettere e aumentare il vissuto comunitario. Questa azione prevede i seguenti strumenti:
  • – sessioni di focus group con i partecipanti ai percorsi predisposti nella sperimentazione, sulla rappresentazione del senso della comunità e sulla percezione del ruolo dei social media e degli applicativi 2.0 rispetto alla sviluppo di comunità;
  • – tre questionari. Il primo rivolto ai promotori dei percorsi pastorali promossi – operatori pastorali, referenti, educatori – somministrato online; il secondo, cartaceo, destinato al Consiglio Pastorale e a tutta la comunità, per registrare e far emergere il senso di comunità e la percezione che i soggetti hanno rispetto alla possibilità di partecipare e di vivere la comunità (reale e ideale); il terzo, online, rivolto ai destinatari dei percorsi attivati, per ricostruire il senso di quanto vissuto.
  • – momenti di osservazione sul campo, a campione e sulla base dei percorsi promossi a livello nazionale;
  • – utilizzo del diario di bordo per i promotori dei percorsi (ovvero i membri della community e gli operatori che diventano veri agenti di cambiamento nei propri ambienti pastorali);
  • – utilizzo degli spazi social per raccogliere – dopo ogni intervento – feedback e indicazioni (oltre a dati più quantitativi come numero di post, numero di foto o commenti condivisi al termine dell’intervento sulla pagina Facebook, sul gruppo o sul profilo legato al progetto).
  1. analisi dei dati del monitoraggio e predisposizione di kit, strumenti, schede progettuali e cataloghi formativi, che serviranno a livello nazionale e per rafforzare le comunità che hanno messo a disposizione il proprio tempo e la propria intenzionalità educativa. I prodotti, infatti, nascono per essere messi in circolazione e spesi sul territorio;
  2. disseminazione degli strumenti prodotti su scala nazionale attraverso:
  • – organizzazione di un Convegno conclusivo del percorso di ricerca;
  • – promozione di seminari residenziali territoriali, privilegiando i contesti geografici delle comunità che hanno co-progettato e lavorato a fianco del team di ricerca;
  • – partecipazione a convegni e seminari da parte del ricercatore e dei membri della community;
  • – campagna social nazionale;
  • – pubblicazione di un volume di chiusura della ricerca, articoli su riviste nazionali e internazionali.

 


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