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“Crescere onlife. L’Educazione civica digitale progettata da 74 insegnanti-autori”, a cura di Pasta e Rivoltella

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9 Agosto 2022
“Crescere onlife. L’Educazione civica digitale progettata da 74 insegnanti-autori”, a cura di Pasta e Rivoltella

Fonte: Cremit.it

Cittadinanza onlife: è il ripensamento del digitale a scuola attorno all’educazione allo spirito critico e alla responsabilità. La proposta nasce da due testi quadro (la legge 92 sull’Educazione civica e il Curriculum di Educazione Civica Digitale), due progetti di formazione di istituti scolastici (l’IIS L. Einaudi di Chiari e l’ICS E. Curiel di Paullo-Tribiano) e soprattutto 74 autori tra insegnanti – dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado -, dirigenti scolastiche e formatori del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica.

Ponti tra realtà fisica e digitale, coding, gamification, potenza del linguaggio, selezione delle fonti e fake news, digital library, consumi mediali, democrazia ed ecologia: questi alcuni dei temi al centro del libro. I capitoli sono l’esito della scrittura collaborativa tra insegnanti e formatori universitari, che ha voluto superare la contrapposizione tra teorici e pratici e proporre il coaching come dispositivo per lo sviluppo professionale. Attraverso la riflessione sulla cittadinanza al tempo del digitale, l’idea di questo percorso è che in questi contesti di forte innovazione, l’insegnante conta. Ma per contare ha bisogno di essere credibile e questa credibilità trova nella consapevolezza e nello sviluppo professionale due dispositivi di fondamentale importanza. Nasce così un’idea di cittadinanza onlife, ma anche una nuova proposta di “fare scuola” e di “fare università”.

Dalla Prefazione di Pier Cesare Rivoltella

Gert Biesta, una delle voci più interessanti della filosofia dell’educazione contemporanea, si definisce un progressista conservatore, o un conservatore progressista, dipende dal punto di vista. La motivazione è che, in un contesto culturale tutto impegnato a mettere al centro lo studente e a declinare i discorsi di scuola totalmente sul versante degli apprendimenti, Biesta (2022) pone il problema di un recupero dell’insegnamento, della sua importanza, della sua funzione. Intendiamoci, Biesta non mette in discussione l’importanza di pensare l’educazione come un dialogo costante tra insegnante e studente in cui lo studente va messo al centro dell’attenzione dell’insegnante; quel che discute è la cosiddetta learnification, ovvero l’esito ultimo di certo costruttivismo radicale secondo cui, in fondo, ai fini dell’apprendimento, l’insegnante è irrilevante.

Sono almeno due gli argomenti che si possono portare in favore di questa sua posizione critica.

Anzitutto assolutizzare la centralità dello studente significa sovrarappresentare i suoi bisogni, che spesso diventano i suoi capricci e vengono confusi con il dibattito democratico. Meirieu (2013), la frase è posta a esergo del libro di Biesta, dice che uno studente-soggetto è capace di vivere nel mondo senza occuparne il centro. Il compito dell’educazione è di creare le condizioni per formare questo tipo di studenti, evitando il rischio di confondere soddisfazione dei bisogni e richiesta di cura, gratificazione del narcisismo e attenzione alla persona.

In seconda battuta, occorre pensare al ruolo dell’insegnante nel contesto della nostra cultura, una cultura segnata da una complessità crescente, eterogenea, affetta da overload di informazioni e saturazione del tempo disponibile, improntata alla superspecializzazione obbligata da una crescita ingovernabile delle conoscenze e dal loro precoce invecchiamento. In questo tipo di contesto gli studenti hanno bisogno di orientamento, di mappe e rotte grazie a cui attraversare il sapere, hanno bisogno di adulti significativi che ne indirizzino la crescita. Non si tratta di ritornare al passato ripristinando la scuola dell’autorità, ma di comprendere che l’insegnante – a dispetto dello scarso prestigio sociale di cui gode – può e deve tornare a giocare il ruolo decisivo che gli compete.

Dall’Introduzione di Stefano Pasta

Per molti degli insegnanti partecipanti al progetto, la postura è diventata sperimentazione e compito: così, in ciascun capitolo, essi figurano tra gli autori insieme ai ricercatori di professione. Da un lato è un giusto riconoscimento al percorso di collaborazione che, mentre documenta e mira alla replicabilità (il lettore-tipo è un collega di altre scuole), evita il rischio della “ricerca predatoria” (l’università arriva, osserva e produce ricerca senza restituirne i risultati alla scuola), o di funzionare semplicemente da materiale di certificazione (una traccia di quanto fatto). Dall’altro lato, questa scelta autoriale restituisce una sperimentazione del progetto: la scrittura collaborativa tra partecipanti al corso (formatore e corsisti), ossia una metodologia con una lunga tradizione, di cui auspichiamo di poter ulteriormente approfondire l’impatto formativo […].

Quanto alla cittadinanza onlife, i formatori del Cremit hanno proposto ai gruppi di lavoro di lavorare in relazione al digitale da diverse angolature (app e strumenti tecnologici, gaming, coding, nuovo ecosistema informativo, Internet e democrazia, digital storytelling…) secondo tre livelli: a) le grammatiche, i linguaggi e i codici; b) le culture, le semantiche e i significati; c) i valori, le responsabilità e la cittadinanza. Corrispondono alle dimensioni dell’estetica, della critica e dell’etica con cui Rivoltella (2020) reinterpreta la competenza digitale e ridefinisce la Media Education in termini di New Literacy Education.

Per ciascun gruppo di lavoro, omogeneo secondo l’ordine e il grado di insegnamento, sono state costituite una o più unità di scrittura. Ognuna – seguendo un percorso che ha alternato momenti in sincrono guidati dal formatore e lavoro individuale dei corsisti o in gruppo autogestito – ha prodotto degli output dedicati a un pubblico ampio di colleghi, come i lettori di questo testo.

Sul sito di Cremit riportiamo le 25 progettazioni (5 per la scuola dell’infanzia, 8 per la primaria, 4 per la secondaria di I grado e 8 di II grado) realizzate dai corsisti-autori e collegate ai capitoli del libro.

Per accedere alle progettazioni, cliccare qui.

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