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Nel numero del 19 ottobre 2025 della rivista Credere, il giornalista Guido Mocellin firma un ampio servizio dedicato a un tema sempre più attuale: le “app dello Spirito”, ovvero le applicazioni che aiutano a pregare e a vivere la fede nel tempo digitale.
L’articolo – dal titolo «La nuova frontiera della preghiera» – prende in esame il crescente numero di strumenti digitali che affiancano la vita spirituale quotidiana dei credenti: dalle app internazionali come Hallow, che propone percorsi guidati di meditazione e preghiera, a Click to Pray, l’app ufficiale della Rete mondiale di preghiera del Papa.
Accanto a queste, Mocellin presenta anche esperienze nate in Italia come Pregaudio, promossa dall’Associazione Punto Giovane di Riccione, e iBreviary, sviluppata da don Paolo Padrini, fino alla Liturgia delle Ore ufficiale della CEI.
Proprio a quest’ultima è collegato il riferimento a WeCa (WebCattolici Italiani): in un tutorial del 2020 si sottolineava come le voci delle preghiere dell’app non fossero generate da un sintetizzatore, ma registrate da persone reali, evidenziando così il valore umano e comunitario della preghiera anche quando mediata da uno strumento digitale.
L’articolo richiama inoltre un secondo tutorial WeCa del 2022, nel quale don Paolo Padrini suggeriva, per chi prega con uno smartphone, di attivare la modalità aereo: un piccolo gesto simbolico per proteggere il silenzio interiore e mantenere la concentrazione spirituale.
Nel suo insieme, il servizio di Credere apre una riflessione più ampia sul significato di una “ritualità digitale”, mostrando come le nuove tecnologie possano sostenere – e non sostituire – l’esperienza della preghiera personale e comunitaria.
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