Al Convegno ‘Media Education: più consapevolezza, più opportunità, più futuro!’, organizzato dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina presso la Camera dei Deputati, interviene Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica generale e Tecnologie dell’istruzione presso l’Universita’ Cattolica di Milano e direttore del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione, alla Tecnologia (CREMIT): ‘Oggi il lettore non è più solo lettore, ma anche autore, produttore di forme culturali che è facile socializzare attraverso la pubblicazione. Anche i testi oggi non sono più solo testi, ma forme culturali ibride che sono tutt’uno con la sociomaterialità di cui sono fatte le nostre giornate e che sono reperibili non più solo nei contesti formali (la scuola) ma sempre più spesso nell’informale ( i terzi spazi). Questo richiede nuovi alfabeti, nuove competenze. Il problema non è più di trovare spazio per la Media Education nel curricolo (dove? Quante ore?), ma di ripensare le discipline e i curricoli sulla base di questi nuovi alfabeti”.
Continua il direttore Cremit: ‘occorre affermare una frontiera etica dei media: impone una resistenza contro i poteri economici forti; i problemi sono la profilazione e i dati, non il controllo degli strumenti’. ‘Educare alla cittadinanza significa mirare alla costruzione del cittadino, che è l’opposto di costruire il consumatore. La scuola e le agenzie educative devono educare alla produzione creativa, contrastando la produzione stereotipata’.
La ministra Lucia Azzolina ha detto: ‘I nostri ragazzi hanno in mano strumenti potentissimi, sembra che li sappiano usare, ma hanno bisogno di una bussola. È necessario accompagnare i ragazzi fornendo loro i giusti strumenti. È necessario formare cittadini consapevoli e responsabili, l’educazione ai media è educazione alla cittadinanza’.
Continua la ministra: ‘La media education è chiamata a Educare alla saggezza e all’etica del discorso come Habermas ci ha educato. La politica spesso non dà buon esempio, quando si parla alla pancia magari si raccimolano voti, ma non bisogna perdere il senso di comunità,altrimenti si mette a rischio la convivenza civile’.
Tra le esperienze di ricerca presentate al convegno presso la Camera dei deputati, la ricercatrice dell’Universita’ del Molise Livia Petti ha illustrato un progetto per la progettazione di curricoli verticali (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado) per lo sviluppo delle competenze mediali: ‘Il progetto di ricerca che l’Università Cattolica di Milano, il CREMIT e l’Università degli Studi del Molise stanno conducendo sullo sviluppo delle competenze mediali per una cittadinanza critica, consapevole, attiva e responsabile non mira a inserire la Media Education come un intervento spot in scuola, ma vuole integrarla armonicamente all’Inter del curricolo d’Istituto per promuovere nei ragazzi comportamenti dove il senso critico e la responsabilità di fronte al digitale siano sempre presenti’.
Sono coinvolti 14 Istituti Comprensivi lombardi e 5 molisani.
Continua Petti: ‘La competenza mediale va oltre l’uso e la conoscenza del dispositivo. È importante lavorare sulla dimensione di produzione responsabile, analisi e riflessione. Il versante critico è da sempre una dimensione cara alla media Education’.
Commenta Andrea Garavaglia, segretario e membro del direttivo della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale (Sirem):
‘Le iniziative di formazione e ricerca in Italia sono state realizzate con merito e profitto dal basso per più di vent’anni, anche da molti soci della Sirem. Per sviluppare competenze mediali e promuovere la consapevolezza e la responsabilità di uso dei dispositivi però non basta, è necessaria una forte azione dall’alto. La scuola e le istituzioni educative devono farsi carico di questo bisogno ed è importante che oggi se ne parli nelle sedi ministeriali’.
Per approfondire la ricerca presentata da Livia Petti clicca qui.