Nel viaggio apostolico in Turchia e Libano, Papa Leone XIV non ha affrontato direttamente temi come intelligenza artificiale o social media, ma in più occasioni ha toccato nodi rilevanti per la comunicazione contemporanea, lasciando indicazioni chiare sul ruolo dei media e sui rischi di un uso impoverente del digitale.

Sul volo di ritorno da Beirut, ha voluto anzitutto riconoscere il lavoro dei giornalisti che hanno seguito la missione: «Vorrei che trasmetteste questo messaggio anche agli altri giornalisti sia in Turchia che in Libano, che hanno lavorato per comunicare i messaggi importanti di questo viaggio. Anche voi meritate tutti un applauso forte per questo viaggio».

In un altro dialogo, riferendosi all’esperienza dei più giovani durante e dopo la pandemia, il Papa ha evidenziato una fragilità relazionale che riguarda direttamente l’ambiente digitale: «I giovani […] hanno trascorso molto tempo (al computer) durante la pandemia […] e spesso hanno relazioni personali molto isolate, perché si comunicano solo attraverso schermi di computer o smartphone».

A questo si aggiunge un richiamo esplicito alla responsabilità dei media nel trasmettere ciò che accade nel mondo. Incontrando i giornalisti, Leone XIV ha affermato: «È così importante oggi che il messaggio sia trasmesso in un modo che riveli davvero la verità e l’armonia di cui il mondo ha bisogno».

Interventi brevi, nati in un contesto di viaggio segnato soprattutto dal tema della pace, ma che delineano comunque una visione precisa: la comunicazione è un luogo decisivo della vita sociale e spirituale; i media hanno il compito di custodire la verità; il digitale, se non abitato con responsabilità, può trasformarsi in isolamento invece che in incontro.

Foto: Vatican News