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Dalla didattica in presenza alla didattica a distanza: storie di vita vissuta con Davide Fabbricatore, Professore

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13 Marzo 2023
Dalla didattica in presenza alla didattica a distanza: storie di vita vissuta con Davide Fabbricatore, Professore

di Pasquale Gallo

con Davide Fabbricatore, Professore di Matematica e Scienze nella Scuola Secondaria di Primo Grado

 

 

 

Professore, qual è il suo rapporto con l’educazione digitale?

Ho un rapporto con l’educazione digitale molto positivo ed uno degli obiettivi educativi che mi pongo è proprio quello di insegnare ad essere cittadini digitali consapevoli. Infatti, cerco sempre di mettere in evidenza tutte quelle che sono le potenzialità del web, da vedere come ambiente positivo, ma allo stesso tempo i potenziali rischi, in cui i ragazzi possono imbattersi. 

 

Cosa è cambiato nel passaggio da una didattica svolta esclusivamente in presenza a una didattica svolta a distanza?

La didattica a distanza mi ha portato a diversificare notevolmente le mie pratiche di insegnamento, complessivamente, migliorando la mia didattica.

Infatti, nei vari periodi di didattica a distanza, in modo da rendere la stessa più stimolante ed in modo da motivare gli alunni, ho fatto ricorso all’utilizzo di software e app, che fino a quel momento non avevo mai utilizzato in ambito didattico o che non conoscevo e che, successivamente ho continuato ad utilizzare anche in presenza.

Inoltre, la didattica a distanza ha portato ad approcciarmi in modo diverso alla flipped classroom, che in precedenza avevo provato a sperimentare, ma con scarsa efficacia, sia non avendo fatto ricorso agli opportuni mezzi digitali (che ancora non conoscevo), sia a causa delle scarse competenze digitali degli alunni.

Infatti, la didattica a distanza ha consentito sia agli alunni che a noi docenti di migliorare notevolmente in termini di competenze digitali, che successivamente anche in presenza hanno continuato a rappresentare un importante valore aggiunto alla didattica. Non vanno poi trascurate anche le competenze digitali che di riflesso hanno acquisito i genitori, grazie alle quali è migliorata sia la comunicazione con i docenti, sia il modo nel quale i genitori stessi sono informati delle attività didattiche dei figli; infatti, trovo sia aumentata la tendenza con la quale i genitori controllano il registro elettronico, così come le comunicazioni sui vari canali (sito della scuola, classroom, ecc).

Complessivamente, dunque, ritengo che le conseguenze della didattica a distanza siano state abbastanza positive e che abbiano apportato un importante contributo alla scuola ed in generale alla didattica.

 

Cosa pensa della Didattica Digitale Integrata?

Vedo la DDI in modo positivo, ma credo che la stessa necessiti di importanti presupposti. In particolare, ritengo sia molto efficace nel caso degli alunni più motivati allo studio e/o che abbiano alle spalle genitori particolarmente attenti nei confronti della scuola.

 

Come cambia la progettazione didattica in digitale?

I principali cambiamenti riguardano l’utilizzo di software e app da parte degli alunni e di conseguenza, con possibilità da parte degli stessi di realizzare prodotti multimediali sempre più raffinati e innovativi. Ulteriori cambiamenti riguardano poi il ricorso alle TIC ed alla cosiddetta Gamification, da utilizzare nella fase di verifica degli apprendimenti ed in generale come strumento finalizzato a stimolare interesse verso lo studio.

 

Cosa nota nell’approccio dei ragazzi con il digitale?

Trovo che il digitale aumenti notevolmente la motivazione nello studio, soprattutto quando nell’insegnamento si ricorre a strumenti che fanno parte della vita quotidiana degli alunni. 

Purtroppo, però, in alcuni casi le scarse competenze digitali rappresentano una barriera, che tende ad allontanare gli alunni da un approccio positivo.

 

Come gestisce gli eventuali comportamenti problematici dei suoi alunni che si approcciano in maniera scorretta al digitale?

Cerco di sensibilizzare gli alunni sul fatto che il web non serve solo a divertirsi e frequentare i social, ma anche ad informarsi sull’attualità, esprimere le proprie opinioni (sempre nel rispetto degli altri) e ad acquisire nuove conoscenze; riguardo a quest’ultimo aspetto, inoltre, presto molto attenzione alla tematica delle fake news, che, purtroppo, molto spesso i ragazzi non sono in grado di riconoscere ed inoltre, cerco sempre di metterli in guardia da i potenziali rischi in cui possono imbattersi nel web.

 

Quali sono i suggerimenti che sente di dover dare a chi si occupa di educazione e formazione delle giovani generazioni in questo tempo?

Ritengo che una delle priorità della scuola, soprattutto in questo momento storico, debba essere lo sviluppo di competenze digitali e di conseguenza l’educazione digitale, non solo da parte degli alunni, ma anche da parte dei docenti.

 

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