Tutorial
Tutorial in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
di Mercedes De La Torre, della Sezione Comunicazione presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
Sono Mercedes De La Torre, lavoro presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nella sezione Comunicazione.
La prima Esortazione Apostolica di Papa Leone XIV intitolata Dilexi te (“Ti ho amato” in italiano) è incentrata sull’amore verso i poveri.
Questo importante documento sulla cura pastorale della Chiesa PER i poveri e CON i poveri, ci permette di riflettere profondamente anche per quanto riguarda le scelte di ognuno di noi e ci incoraggia ad essere più vicini a chi è nel bisogno.
Il nome dell’Esortazione Apostolica Dilexi te ci rimanda all’Enciclica Dilexit nos, incentrata sull’amore divino e umano del Cuore di Gesù. Papa Leone sottolinea come “tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri” e avverte che “non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della Rivelazione”.
In Dilexi te il Santo Padre ci presenta numerosi brani biblici, iniziando dall’Antico Testamento, in cui “Dio è amico e liberatore dei poveri” e ci ricorda anche come i Padri della Chiesa “riconoscevano nei poveri una via privilegiata di accesso a Dio, un modo speciale per incontrarlo” perché “la carità verso i bisognosi non era intesa come una semplice virtù morale, ma come espressione concreta della fede nel Verbo incarnato”.
Grazie a Dio, nella storia troviamo numerosi esempi concreti della vicinanza della Chiesa verso i poveri, proprio come ci ha insegnato Gesù. Tuttavia, il primo documento magisteriale di Papa Leone spiega quanto sia prioritario che ogni battezzato consideri i poveri non solo “come un problema sociale” ma come una “questione familiare” perché non si tratta di “loro” ma sono “dei nostri” e il rapporto con i poveri “non può essere ridotto a un’attività o un ufficio della Chiesa”.
In questo modo, Papa Leone chiede “anche a noi, alla sua Chiesa, una decisa e radicale scelta di campo a favore dei più deboli” perché “la scelta prioritaria per i poveri genera un rinnovamento straordinario sia nella Chiesa che nella società”.
Si tratta di un appello per “liberarci dall’autoreferenzialità e riuscire ad ascoltare” la loro voce, a non girare lo sguardo, ma a fermarci per riconoscere la loro dignità e aiutarli “lasciandoci alle spalle il paternalismo della sola assistenza ai loro bisogni immediati” affinché possano avere una vita migliore.
Il Santo Padre evidenzia che “questa ‘preferenza’ non indica mai un esclusivismo o una discriminazione verso altri gruppi…” come, per esempio, le persone con risorse economiche, “ma, intende sottolineare l’agire di Dio che si muove a compassione verso la povertà e la debolezza dell’umanità intera”.
Il Papa in Dilexi te ci incoraggia a non disprezzare né ridicolizzare l’esercizio della carità, “come se si trattasse della fissazione di alcuni e non del nucleo incandescente della missione ecclesiale”. Ci invita a leggere nuovamente il Vangelo per rilanciare il “ruolo attivo dei poveri nel rinnovamento della Chiesa e della società” perché sono “proprio i poveri a evangelizzarci” “non sono solo oggetto della nostra compassione” ma possono essere i nostri “maestri del Vangelo: non si tratta di portare Dio a loro, ma, di incontrare a Dio presso di loro”.
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