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Tutorial Stagione 4

Come si scrive un buon post per promuovere iniziative parrocchiali

Tutorial Stagione 4

16 Febbraio 2022
Come si scrive un buon post per promuovere iniziative parrocchiali

 

Per scrivere un buon post social è importante conoscere meglio la piattaforma con cui interagiamo per la diffusione del messaggio. Questa è una regola generale perché ogni piattaforma ha le sue peculiarità. In questo tutorial iniziamo a condividere delle buone pratiche applicabili in linea di massima.

 

Quasi tutte le piattaforme social danno la possibilità di ricorrere a più modalità di comunicazione, generando combinazioni diverse. Ad esempio possiamo usare un link e del testo, un link e degli hashtag, una o più immagini, un video, una diretta streaming, una gif animata, insomma le soluzioni adottabili sono diverse e dipendenti dalla piattaforma, ma c’è sempre un particolare da tenere a mente: ci sono immagini che attirano immediatamente l’attenzione, come testi che riescono a coinvolgere e trattenere meglio il lettore ma queste possibilità, per chi comunica in ambito parrocchiale e più in genere in ambito ecclesiale, devono avere una cornice valoriale ben distinguibile, diversamente il rischio è di emulare tecniche persuasive ampiamente impiegate in altri contesti comunicativi lontani dalle sensibilità cristiane, orientati al massimo risultato e spesso privi di ogni principio etico.

 

Ecco alcuni consigli semplici che vi suggeriamo di considerare:

  • Scrivi tanto se hai tanto da dire ma ricorda che sono in pochi quelli che hanno tanto tempo per leggerti attraverso un post: crea contenuti testuali non lunghi e rimanda sempre con link esterni il vero approfondimento.
  • Mostra il valore del messaggio puntando sulla sintesi: brevità e semplicità sono due fattori cruciali. Evita parole sconosciute e frasi troppo complesse. Ricordai che l’interesse degli utenti è continuamente attentato da notifiche e altre distrazioni.
  • I numeri aiutano, un esercito di emoji no! I numeri (quando è possibile utilizzarli) sono elementi immediati, semplici, di grande sintesi e possono avere molteplici significati, ma se usi numeri e percentuali per confermare un ragionamento, è bene citare la fonte e dare consistenza alla comunicazione. Infine, ricorda che poche emoji possono facilitare la scansione dei blocchi di testo, un numero eccessivo aumenta il caos visivo non l’impatto.
  • Stabilisci il “tono di voce”: state creando un post per informare i giovani di un imminente ritiro degli scout? O state comunicando una visita ufficiale del vescovo in parrocchia? I destinatari del messaggio vi aiuteranno a scegliere il tono e il taglio ma ricordati che una parrocchia non è la Santa Sede (troppo formale) e neanche un gruppo di fantacalcio tra amici (troppo informale). Meglio dare del tu o del voi? Non c’è una regola, la scelta migliore è decidere dopo aver provato sul campo entrambe le soluzioni. La tecnica dei test A e B (ovvero fare lo stesso post variando l’immagine o il testo che usiamo) ci dice molto di più delle previsioni che possiamo formulare.
  • Crea dei format riconoscibili: in questo caso la grafica ci viene in aiuto, arricchendo una semplice immagine con elementi comuni che gli utenti vedranno in tutte le comunicazioni, elementi grafici, cornici, loghi, scelte cromatiche. In questo modo la comunicazione sarà meglio identificata, a colpo d’occhio.
  • Chiamata all’azione: è una buona pratica immaginare quale azione l’utente debba compiere dopo aver consultato il nostro post. Predisponi quando possibile un’interazione, ad esempio se posti la locandina dell’incontro dei catechisti, potrebbe essere una buona idea inserire link specifico per approfondire meglio su date e temi con maggiore usabilità. O se lanci un sondaggio tra i parrocchiani, completa con un link diretto ad un form di google dove farli partecipare.

Questi sono alcuni suggerimenti per scrivere un buon post dalle pagine delle vostre parrocchie, accorgimenti che tutti i “comunicatori di buona volontà” possono acquisire e testare sulle diverse piattaforme sociali.

 

Testi: Filippo Andreacchio

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