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Tutorial Stagione 6

Perché la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale?

Tutorial Stagione 6

29 Novembre 2023
Perché la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale?

 

 

Tutorial in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

di Muriel Fleury, responsabile della comunicazione del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

Pourquoi l’Église se préoccupe-t-elle de développement humain intégral ?

La notion de développement a été progressivement clarifiée dans l’enseignement de l’Église. De Rerum novarum de Léon XIII à Fratelli tutti du pape François, les encycliques sociales ont tenté de répondre aux défis posés par les temps présents.

La notion actuelle de “développement humain intégral” apparaît, en ce sens, comme l’aboutissement d’une lente maturation au cours de laquelle la dignité fondamentale de la personne humaine a été placée au centre.

C’est le Concile Vatican II qui a jeté les bases d’une compréhension plus profonde du concept de personne humaine et c’est la loi de l’amour, pleinement révélée dans le Christ, qui permet de comprendre le développement humain comme un “don gratuit de soi” (GS 24). En effet, l’être humain, appelé à répondre librement à l’alliance que Dieu a conclue avec l’humanité une fois pour toutes dans le mystère pascal du Christ, se réalise lui-même lorsqu’il choisit de faire de sa propre vie un don pour les autres.

«l’homme, seule créature sur terre que Dieu a voulue pour elle-même, ne peut pleinement se trouver que par le don désintéressé de lui-même» (GS 24)

La tâche de l’Eglise est de soutenir la personne dans la poursuite de cet objectif : répondre au don du salut, coopérer avec Dieu à la construction du Royaume, identifier le chemin qui le conduit à sortir du repli sur soi, à accepter de vivre dans le don généreux au prochain.

Rendre accessible à chacun “tout ce dont il a besoin pour mener une vie vraiment humaine” (GS 26) devient l’arrière-plan qui permet à la personne la poursuite du développement intégral (comme don de soi).

Ce nécessaire est, par exemple, « la nourriture, le vêtement, le logement, le droit à l’éducation, (…) au respect, la possibilité d’agir selon sa conscience, la protection de la vie privée et la liberté légitime, y compris dans la sphère religieuse”.

Ainsi, lorsque nous disons “intégral”, nous incluons également l’attention et la préoccupation pour la dimension transcendantale de l’homme.

 

De l’Encyclique Evangelii gaudium (dont nous célébrons le 10e anniversaire), nous pouvons tirer deux orientations essentielles pour situer précisément la mission de l’Église en faveur du développement humain intégral :

 

  1. le lien intime entre l’annonce de l’Évangile et la promotion humaine, selon lequel “la tâche de l’évangélisation implique et exige une promotion intégrale de tout être humain” (EG 182)

 

  1. sa dérivation christologique : ” De notre foi dans le Christ fait pauvre, et toujours proche des pauvres et des exclus, naît le souci du développement intégral des plus abandonnés de la société ” (EG 186).

 

Donc en résumé,

est-ce que le bonheur de chacun regarde l’Eglise ?

Eh bien oui, et c’est ça la bonne nouvelle !

 

[IT]

Perché la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale?

La nozione di sviluppo si è progressivamente precisato nell’insegnamento della Chiesa. Dalla Rerum novarum di Leone XIII alla Fratelli tutti di papa Francesco, le encicliche sociali hanno tentato di rispondere alle sfide poste dal presente.

L’odierna nozione di “sviluppo umano integrale” appare, in tan senso, come l’approdo di una lenta maturazione in cui si è posto al centro la dignità fondamentale della persona umana.

È il Concilio Vaticano II a gettare le basi per una più profonda comprensione del concetto di persona umana. È la legge dell’amore, pienamente rivelata in Cristo, a consentire una comprensione dello sviluppo umano come «dono gratuito di sé» (GS 24). L’essere umano, infatti, chiamato a rispondere liberamente all’alleanza che Dio ha stretto con l’umanità una volta per tutte nel mistero pasquale di Cristo, realizza se stesso quando sceglie di fare della propria vita un dono per gli altri.

“L’uomo, l’unica creatura sulla terra che Dio ha voluto per sé, può ritrovare pienamente se stesso solo attraverso il dono disinteressato di sé stesso” (GS 24)

Compito della Chiesa è sostenere la persona nel perseguimento di questo obiettivo: rispondere al dono della salvezza, cooperando con Dio all’edificazione del Regno, nell’individuare il cammino che lo conduce ad uscire dal ripiegamento su di sé, per accettare di vivere nella generosa donazione di sé al prossimo.

Rendere accessibile ad ognuno «tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana» (GS 26) diviene lo sfondo, la cornice, che facilitano la persona nel perseguimento di uno sviluppo integrale (come dono di sé).

Questo necessario è per esempio “il vitto, il vestito, l’abitazione, il diritto all’educazione (…), al rispetto, alla possibilità di agire secondo la sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso”.

Quindi quando si dice “integrale” si include anche la cura e la sollecitudine per la dimensione trascendentale dell’uomo.

Dall’Enciclica Evangelii gaudium (di cui festeggiamo il 10imo anniversario) possiamo trarre due coordinate essenziali proprio per situare la missione della Chiesa a favore dello sviluppo umano integrale:

  1. l’intima connessione tra annuncio del Vangelo e promozione umana, per cui «il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano» (EG 182)

 

  1. la sua derivazione cristologica: «Dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società» (EG 186).

 

Quindi, in poche parole:

la felicità di tutti è affare della Chiesa?

Beh, sì, e questa è la buona notizia!

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