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Chiese d’Europa in dialogo: stessi problemi, stesse soluzioni. Anche sul web

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14 Novembre 2023
Chiese d’Europa in dialogo: stessi problemi, stesse soluzioni. Anche sul web

All’ultimo incontro ECIC, Conferenza Europea dell’Internet Cristiano, tenutasi a Colonia dal 25 al 27 settembre scorsi, WeCa ha avuto modo di incontrare Titti Kallio, impiegata presso il Consiglio delle Chiese luterane in Finlandia. Titti Kallio, psicologa di formazione, ha negli anni curato il layout unico per i siti parrocchiali della chiesa Finlandese, ottimizzando i costi e allo stesso tempo consentendo anche alle parrocchie più piccole e più povere di poter disporre di un ottimo strumento di comunicazione.

«ECIC, la conferenza europea dell’Internet cristiano – ci ha rivelato – per me è stata molto importante perché, ad esempio, quando abbiamo iniziato questo progetto di sito internet comune è stato fondamentale per me ascoltare le esperienze di altre Chiese, perché, come abbiamo imparato qui, ora, in questi due giorni, come abbiamo tutti gli stessi problemi, così possiamo imparare dalle soluzioni che hanno messo in pratica altre Chiese. Dunque, è davvero importante. Io chiamo ECIC un ritrovo per “nerd” di chiesa in Europa per imparare l’uno dagli altri».

Non solo grandi esperienze: questa commistione di conoscenze ha senso anche per le piccole cose. «Ho imparato che in Germania non devi mai pubblicare qualcosa sui social media di venerdì, ma bisogna farlo di giovedì o prima ancora, perché di venerdì la gente va nei bar e dunque le risposte possono essere molto diverse che durante la settimana». Un piccolo esempio, certo, ma che può trovare accanto anche riflessioni assai più impegnative: «Forse la cosa più importante che ho appreso oggi, da una discussione tra svedesi su come la Chiesa oggi abbia molto spesso paura di dire ciò che pensa e i valori che rappresenta. Una persona svedese ha detto che la Chiesa è un po’ come una persona in stato comatoso, che ogni tanto prova a dire qualcosa muovendo un po’ un dito, non come si fa oggi nei social media in cui devi essere davvero esplicito e non limitarti a muovere un ditino dicendo “Beh, noi della Chiesa…”. Impariamo molto, specie oggi quando di fronte a noi abbiamo l’intelligenza artificiale e davvero nessuno sa che cosa dovremmo farci».

Forse, però, la consapevolezza più grande dallo scambio reciproco riguarda l’enorme bisogno che l’Europa ha della voce delle Chiese: «Oggi stiamo vivendo tempi duri, con il Covid, ora, specialmente in Finlandia, abbiamo il problema del vicino chiamato Russia, e la guerra in Ucraina, e così via, fino ad arrivare ai movimenti politici di estrema destra in Europa. Ci sono tanti problemi, e penso che come Chiesa Cristiana, che è presente da duemila anni con un chiaro “brand”, dovremmo essere presenti, essere presenti ed essere d’aiuto alle persone, essere di supporto, non solo sul web. Il Web è solo un canale, ma tutti insieme, tutti i canali digitali e gli incontri faccia a faccia e così via. La Chiesa lì dovrebbe essere oggi, penso, c’è bisogno di lei oggi molto più che in passato».

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