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«Dilexi Te»: il cuore che comunica. Incontro nella Diocesi di Oppido Mamertina Palmi

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17 Novembre 2025
«Dilexi Te»: il cuore che comunica. Incontro nella Diocesi di Oppido Mamertina Palmi

Si è tenuto sabato scorso l’incontro «Dilexi Te. Comunicazione del cuore e cuore della comunicazione», promosso dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. Un momento di riflessione e confronto che ha riunito voci diverse e complementari: il vescovo mons. Giuseppe Albertidon Leonardo Manuli, direttore di Acquaviva News, e Filippo Andreacchio, direttore dell’Ufficio diocesano promotore dell’iniziativa.
Ospite d’eccezione Vincenzo Corrado, direttore nazionale dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della CEI, che ha guidato la platea in un intenso percorso sul valore umano, etico e spirituale del comunicare.

Ad aprire l’incontro è stato il nostro vescovo Giuseppe, che ha ricordato quanto sia prezioso il documento di papa Leone, scritto – ha detto – «quasi a quattro mani con papa Francesco». Un testo che invita a riscoprire la forza delle parole: «È facile dire che siamo tutti fratelli – ha osservato – ma più difficile accettare davvero Fratelli tutti».

Don Leonardo Manuli ha poi proposto un excursus sull’esortazione apostolica, sottolineando la profondità del titolo Dilexi te, tratto dall’Apocalisse, «un libro forse poco esplorato ma pieno di speranza». Ha evidenziato il peso del verbo al passato – «ti ho amato» – come invito a riportare al centro la persona e la verità del messaggio.

Filippo Andreacchio, ha richiamato l’attenzione sulle povertà digitali, tema quanto mai attuale e presente anche nell’esortazione di papa Leone XIV. Ha sottolineato come la tecnologia, pur offrendo straordinarie opportunità di crescita, incontro e conoscenza, possa allo stesso tempo generare nuove forme di isolamento e fragilità, lasciando indietro chi non ha voce o strumenti per abitare il mondo digitale. Da qui l’invito a una presenza più consapevole e umana negli spazi della rete, capace di costruire relazioni vere e non semplici connessioni.
«Ti ho amato – ha aggiunto – non è un’informazione, è una relazione»: un richiamo forte al senso profondo del comunicare, che nasce sempre da un gesto d’amore e da uno sguardo che riconosce l’altro.

Cuore dell’incontro, la relazione di Vincenzo Corrado, che ha tracciato una vera e propria mappa spirituale della comunicazione contemporanea.
Partendo dalla distinzione tra rappresentazione e rivelazione, Corrado ha evidenziato la tensione tra una comunicazione costruita sull’immagine – filtrata dai linguaggi dei social e dalle logiche persuasive – e una comunicazione che si fa svelamento, apertura autentica dell’essere.
«Il futuro passa da qui – ha spiegato – dal modo in cui scegliamo tra la narrazione del sembrare e la condivisione del proprio essere».

Riprendendo le parole di papa Leone, il direttore dell’Ufficio nazionale ha invitato a una comunicazione disarmata e disarmante, capace di ascolto, rispetto e verità.
«Non serve una comunicazione fragorosa – ha ricordato – ma un linguaggio che sappia raccogliere la voce dei deboli e custodire la dignità di ogni persona».

La riflessione si è poi articolata attorno a tre verbi essenziali: incontrare, ascoltare, parlare. Tre azioni che, ha detto Corrado, «devono partire dalle pulsazioni del cuore». Una comunicazione che nasce dall’incontro, si alimenta dell’ascolto e si compie nella parola autentica, libera da manipolazioni e pregiudizi.

Nella parte conclusiva, Corrado ha proposto quattro “terapie” per rigenerare la comunicazione:

  • Purificazione, come ritorno alle fonti e disarmo delle parole.
  • Coscienza, come sacrario interiore che guida le scelte.
  • Profezia, come apertura al servizio e al dono comunitario.
  • Speranza, come forza capace di illuminare il buio dei nostri tempi.

«Il linguaggio – ha ammonito – non può essere un’arma. Le parole non devono dividere, ma unire; non distruggere, ma costruire. Solo così la comunicazione tornerà a essere un atto d’amore».

Un messaggio che ha toccato nel profondo i presenti, ricordando che comunicare, per un cristiano, significa farsi prossimi. Non solo trasmettere, ma condividere; non solo parlare, ma donarsi.
Perché – come ha ricordato Corrado – «ogni parola autentica nasce da un cuore che ama».
E forse, in questo tempo di rumore e immagini, il primo passo per tornare a comunicare davvero è tacere per ascoltare, e in quel silenzio ritrovare la voce di Dio che, da sempre, ci dice: «Ti ho amato».

Fonte: Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali Oppido Mamertina Palmi

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