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Si è tenuto sabato 24 maggio 2025, presso il collegio vescovile di Lodi, il secondo convegno diocesano per gli operatori della comunicazione, promosso dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi. Il titolo, «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore», ha orientato la riflessione su un tema di bruciante attualità: le opportunità e i limiti dell’IA nel contesto sociale e umano contemporaneo.
Relatore d’eccezione, il professor Alfio Quarteroni, matematico di fama internazionale, che ha accompagnato i presenti in un viaggio nella natura e nelle implicazioni dell’intelligenza artificiale, distinguendo tra quella “debole”, già operativa e orientata a compiti specifici, e quella “forte”, ancora ipotetica, che mira a simulare un’intelligenza pienamente paragonabile a quella umana. Ancora più distante – e inquietante – l’orizzonte della “superintelligenza”, una capacità cognitiva artificiale che supererebbe quella umana.
Nessuna macchina, ha ricordato Quarteroni, ha finora superato il test di Turing, che valuta la capacità di una tecnologia di imitare il comportamento umano in modo indistinguibile. «Per poter parlare di intelligenza artificiale – ha spiegato – occorre che la macchina impari. Se si limita a eseguire, è solo una macchina. E gli algoritmi, per quanto potenti, non hanno consapevolezza: codificano i dati, ma non conoscono i fini. Sono mediatori matematici, non soggetti pensanti».
Uno dei nodi centrali della riflessione è stato proprio il rapporto tra tecnologia e umanità: l’intelligenza artificiale dipende ancora integralmente dalle scelte dell’essere umano, dalla sua intelligenza naturale, che unisce conoscenza, consapevolezza e anima – qualità che nessun software può replicare. In questo scenario, la responsabilità dell’uomo rimane cruciale: l’uso che si fa della scienza – ha sottolineato il docente – può essere duplice, generando progresso o danni.
Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo della comunicazione. In un tempo in cui l’IA è già in grado di produrre testi, immagini e narrazioni, i pericoli legati alla manipolazione delle informazioni – fake news, revisionismi, diffusione di contenuti falsi – diventano sempre più insidiosi. «È qui che diventa essenziale il ruolo dei professionisti della comunicazione – ha concluso Quarteroni – e il valore dell’incontro con l’altro: la tecnologia non può sostituire la relazione umana, né può fondare la verità».
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