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Borgo Laudato si’, la speranza nasce dalla bellezza del creato

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3 Settembre 2025
Borgo Laudato si’, la speranza nasce dalla bellezza del creato

Fonte: Vatican News

“Il Borgo è una bellissima realtà che Papa Francesco ha scelto come il luogo dove mettere in pratica l’Enciclica Laudato si’, ma il creatore aveva già fatto la sua parte”. Così commenta il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e direttore generale del Centro di Alta Formazione Laudato si’, secondo cui Castel Gandolfo “è veramente il luogo ideale: i principi della Laudato si’ trovano davvero dimora in queste zone”. Un progetto che si affonda le sue radici, dunque, nel territorio e che rappresenta un modello da replicare: “È un esempio di economia circolare che diventa anche generativa, nel senso che produce poi dei benefit che possono essere utilizzati e reinvestiti nella formazione. La materia prima su cui ci concentriamo è proprio la formazione all’ecologia integrale. Tutta questa realtà che stiamo cercando di sviluppare radica in questo territorio e si nutre di questo territorio. È stato molto importante il contatto che abbiamo avuto con le comunità nello sviluppo del progetto”.

Suor Smerilli: la Laudato si’ è un’enciclica sociale

“Il Borgo Laudato Si è un progetto che racconta speranza, speranza per tutti coloro che credono nei principi della Laudato si’ e vorrebbero vederli messi in pratica. Senza grandi pretese, questo vuole essere un modello di come si può vivere riconciliati con se stessi, con Dio, con gli altri e con la nostra casa comune”, spiega suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e consigliera d’amministrazione del Centro di Alta Formazione Laudato Si’. “Il sogno è che chiunque passi di qui possa uscirne almeno con un punto interrogativo su come stiamo vivendo le dimensioni di attenzione, di cura. Però, allo stesso tempo, è anche un progetto che vuole ribadire che la Laudato Si non è un’enciclica verde, ma è un’enciclica sociale, quindi un progetto che parla anche di inclusione. Già sono cominciati i corsi per giardinieri, ne inizieranno altri nell’ambito della ristorazione, dell’accoglienza e tanto altro per tutte le persone che hanno difficoltà a inserirsi in ambito lavorativo perché sono migranti, rifugiati, perché sono donne vittime di violenza o della tratta, perché sono persone che stanno uscendo da un’esperienza di carcere e fanno difficoltà a inserirsi nella società”.

 

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