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Tutorial Stagione 7

Contro il “doomscrolling”: la speranza contro la dipendenza da cattive notizie

Tutorial Stagione 7

16 Aprile 2025
Contro il “doomscrolling”: la speranza contro la dipendenza da cattive notizie

Quest’anno è l’anno del Giubileo della Speranza, eppure – magari anche tu – sei uno di quelli che passa troppo tempo sullo smartphone o al computer a leggere notizie sempre più negative e allarmanti? Il mondo non è rose e fiori, lo sappiamo, ma il filtro con cui lo vediamo, cioè gli algoritmi dei social media, potrebbero dipingercelo ancor più brutto di quello che è.

Dedichiamo il tutorial di oggi al “doomscrolling”, termine entrato nel nostro vocabolario per descrivere il consumo compulsivo – da qui lo scrolling, ovvero lo scorrimento dello schermo dello smartphone – di brutte notizie su guerre, disastri naturali o crisi economiche.

Il “doomscrolling” è pericoloso non solo per il tempo che sottrae ad attività più salutari, ma anche per il suo impatto sulla salute mentale. Il consumo di notizie negative senza freni ci spinge a focalizzarci esclusivamente sugli aspetti negativi del mondo e alimentando stati d’ansia, stress e tristezza.

Ma chi è più a rischio di “doomscrolling”?

Diversi studi hanno identificato le categorie di persone più suscettibili. Tra di esse soprattutto le persone giovani, le persone di sesso maschile, le persone con tratti di personalità più inclini al nevroticismo, al cinismo e alla ricerca di sensazioni forti, chi vive periodi di stress, ansia o incertezza e chi è a rischio di depressione. Spesso, infatti, è un meccanismo che si autoalimenta in una spirale di negatività, specie per le persone più esposte ai bias di negatività, che insomma siano più naturalmente portate a focalizzarsi sul bicchiere mezzo vuoto.

Il “doomscrolling” è correlato infatti non solo ad aumento di ansia, stress e depressione, ma anche di disturbi del sonno – legati a consumo eccessivo di notizie la sera, anche fino a notte tarda – una sensazione generale di impotenza, sopraffazione e inutilità e persino sintomi fisici, come mal di testa, stanchezza o ottundimento.

Gli algoritmi dei social media sono tra i principali responsabili del fenomeno del “doomscrolling”: progettati per massimizzare il coinvolgimento degli utenti, gli algoritmi privilegiano contenuti che provocano forti reazioni emotive, non importa se queste sono a danno di chi li consuma. I social media, poi, non sono come un libro che si conclude con un’ultima pagina e può essere chiuso e riposto su uno scaffale, ma non hanno un “ending point”: ogni notizia ne richiama un’altra, spesso ancora più negativa, ancora più sconvolgente.

Riconoscere di essere vittima del fenomeno “doomscrolling” è il primo passo per affrontarlo. Tra i segnali di cui tener d’occhio è il calcolo del tempo trascorso a leggere notizie negative, sentendosi ansiosi o stressati, il controllo compulsivo dei social media alla ricerca di aggiornamenti allarmanti, un peggioramento dell’umore al consumo di notizie e un senso costante di sopraffazione. Se poi le timeline dei social media o le prime pagine dei quotidiani on-line riducono il tempo che dedichiamo a hobby, relazioni sociali o altre attività piacevoli è ancora più urgente prendere provvedimenti per la nostra salute.

Ecco dunque alcuni consigli per contrastare il “doomscrolling” con strategie mirate:

  • Gestire il tempo online: Impostare limiti di tempo per l’uso dei social media e disattivare le notifiche.
  • Limitare il consumo di notizie: Seguire solo fonti affidabili e ridurre la quantità di notizie consumate.
  • Bilanciare con contenuti positivi: Cercare storie edificanti o stimolanti per controbilanciare la negatività.
  • Praticare una sana igiene digitale: Evitare l’uso di dispositivi prima di dormire e stabilire orari specifici per l’uso della tecnologia.
  • Dedicarsi ad attività offline: Coltivare hobby, passare tempo con amici e familiari e praticare attività fisiche.
  • Affrontare le cause profonde: Identificare le ragioni che portano al doomscrolling e cercare modi sani per gestire lo stress e l’ansia.

In conclusione, è bello ricordare le parole del Vangelo di Matteo riecheggiate nel pontificato di san Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”. Il doomscrolling è una trappola con cui i social ci costringono a vedere solo gli aspetti negativi e catastrofici del mondo, e, cosa ancor più grave, aumenta in noi la misantropia, il pessimismo e la diffidenza nei confronti delle altre persone. Contro il doomscrolling è fondamentale recuperare il senso dell’importanza del nostro tempo: quanto tempo – anche con gli strumenti digitali – possiamo impiegare per conoscere davvero le altre persone, aiutarle, approfondire ciò che ci fa cresce, e non ciò che ci deprime. Allo stesso tempo, chi opera nella comunicazione, dovrebbe impegnarsi perché ogni notizia e ogni contenuto – anche i più tristi – abbiano in sé dei semi di speranza da coltivare.

Testi: Andrea Canton

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