Motivazioni della ricerca

Didattica e pastorale del Web

Motivazioni: perché parlare di media e comunità?

Le domande di fondo da cui la ricerca ha origine sono le seguenti: cosa significa oggi essere comunità e come sostenere percorsi che ne accrescano la concreta percezione? Che ruolo hanno i social media nello sviluppo di comunità e nella condivisione con gli altri membri della comunità pastorale? Come raccontiamo la comunità attraverso i media digitali? E ancora, che forme assume la tecnologia in chiave di supporto della conoscenza, delle interazioni e della relazione pastorale?

Nell’ultimo decennio si fa sempre più viva l’esigenza di dare nuove forme di presenza della comunità cristiana sul territorio; ne sono un esempio le Unità Pastorali, che vanno diffondendosi su tutto il territorio nazionale, e che richiedono un impegno importante nel tentativo di non disperdere l’unicità e il valore delle singole parrocchie, ma anche di creare legami significativi tra le realtà parrocchiali esistenti. Il rischio è quello di perdere di vista il senso della propria missione, disorientando i fedeli e tutta la comunità. La sfida che facciamo nostra è quella di utilizzare i media digitali come connettori importanti, capaci di fare sintesi.

I media digitali e sociali ben si inseriscono nel quadro della comunità. I discorsi sociologici, ma anche lo sguardo educativo sul presente, ci restituiscono un’immagine del territorio spesso frastagliato, affondato dal presente (Douglas Ruschkoff parla di “presente continuo”, o meglio di “present shock” riprendendo l’idea di “shock del futuro” di Alvin Toffler comparsa nel saggio The Future as a Way of Life pubblicato nel 1965),  ma anche capace di fare rete e di riconoscersi. L’idea di territorio frastagliato non è solo una metafora per far convergere in una parola la dispersione che segna la contemporaneità, ma è fortemente ispirata al dato geografico. Come fare rete, come costruire una comunità capace di sostenere i suoi membri, in uno spazio così ampio e disseminato in tanti piccoli territori locali? Qualche anno fa avevamo ragionato su questo tema nel territorio del Vergante, costruendo – grazie a Internet – un portale aperto capace di raccogliere domanda e offerta, di incontrare i soggetti e venire incontro alle esigenze dei singoli in modo comunitario. Si chiamava “Pagine per il futuro” e voleva, nel 2010, dare spazio ai giovani sul territorio.

L’idea è di dare forma a contenuti che in nuce sono presenti, nel Magistero e negli annunci programmatici pastorali a livello nazionale: solo per fare un esempio, il tema della “pastorale integrata” compare già negli Orientamenti Pastorali della CEI “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” del 29 gennaio 2001, ed è ripreso anche negli Orientamenti per il decennio in corso (EVBV n.41). Ancora i vescovi si esprimono dicendo che “le parrocchie non possono agire da sole, ci vuole una pastorale integrata” (“Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, CEI, 30 maggio 2004, n.11): questo significa legare la parrocchia al territorio, ma anche favorire il confronto tra le parrocchie e, come terza dimensione, far convergere le progettualità pastorali. Significa generare comunità.

I social media e il Web 2.0 potrebbero essere una grande opportunità per rileggere e vivere nell’esperienza ciò che da anni è già presente come contenuto.


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