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Tutorial Stagione 4

Vangelo e comunicazione. 1967, il Messaggio per la prima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

Tutorial Stagione 4

12 Gennaio 2022
Vangelo e comunicazione. 1967, il Messaggio per la prima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

 

Proponiamo a partire da oggi un nuovo appuntamento all’interno dei tutorial di WeCa. Un viaggio alla scoperta, o sarebbe meglio dire, alla riscoperta dei Messaggi per le Giornate mondiali delle comunicazioni sociali. Un modo per leggere i tempi ma anche riconoscere principi che, nonostante l’evoluzione delle tecnologie, risultano sempre attuali. Passeremo in rassegna i testi e temi rilanciati. E lo faremo, a partire da oggi, non per forza in maniera didascalica o cronologica. Ma, di sicuro, a partire dal primo.

È domenica 7 maggio del 1967 quando viene celebrata la prima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Da allora, negli anni, è diventato un appuntamento atteso intorno al quale ancorare una riflessione sul modo di fare comunicazione. Il lancio del tema, poi la pubblicazione del Messaggio a firma del Papa diffuso in occasione della memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

La Giornata è stata proposta dal Concilio vaticano II. Con tale iniziativa la Chiesa, si legge nel primo Messaggio, «intende richiamare l’attenzione» «sul vasto e complesso fenomeno dei moderni strumenti di comunicazione sociale». Allora erano la stampa, il cinema, la radio e la televisione.

«Grazie a queste meravigliose tecniche, la convivenza umana ha assunto dimensioni nuove: il tempo e lo spazio sono stati superati, e l’uomo è diventato come cittadino del mondo, compartecipe e testimone degli avvenimenti più remoti e delle vicende dell’intera umanità». Parole scritte 55 anni fa. Infatti tra i prossimi «sorprendenti sviluppi» si fa riferimento al prossimo collegamento in mondovisione delle stazioni televisive, grazie al satellite.

Come quasi in ogni struttura del testo di un Messaggio il riconoscimento del valore e delle opportunità si affianca naturalmente a quello dei possibili rischi. Viene riconosciuto il valore di mezzi che aprono «all’ingegno umano sempre nuove vie».

«Deve essere quindi altamente apprezzato» per «l’incremento della cultura, alla divulgazione delle espressioni dell’arte, alla distensione degli animi, alla mutua conoscenza e comprensione fra i popoli, e anche alla diffusione del messaggio evangelico».

«Strumenti destinati, per la loro natura, a dilatare il pensiero, la parola, l’immagine, l’informazione». Ma «quanto più grandi sono la potenza e l’ambivalente efficacia di questi mezzi, tanto più attento e responsabile deve esserne l’uso».

La premura in particolare è rivolta verso i giovani. «Impedirne, o deviarne la laboriosa ricerca» dell’orientamento della propria vita «con false prospettive, con ingannevoli illusioni, con allettamenti degradanti, significherebbe deluderli nelle loro giuste attese, disorientarne le nobili aspirazioni e mortificarne i generosi impulsi».

Nel primo messaggio, l’appello ai professionisti del mondo delle comunicazioni sociali è che portino la loro «testimonianza al servizio della “Parola”». L’auspicio, scrive san Paolo VI, il 1 maggio 1967 è «che la “Giornata” (mondiale delle comunicazioni sociali) costituisca occasione per un pensoso richiamo ad un risveglio salutare delle coscienze e ad un impegno solidale di tutti per una causa di così grande importanza».

Testi: Fabio Bolzetta

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