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«Disarmare la comunicazione»: mattina di formazione per giornalisti tra mitezza, verità e speranza. Il Premio Paoline al prefetto Paolo Ruffini.

Incontri

28 Maggio 2025
«Disarmare la comunicazione»: mattina di formazione per giornalisti tra mitezza, verità e speranza. Il Premio Paoline al prefetto Paolo Ruffini.

LUMSA, 27 maggio 2025 – Evento promosso da ODG Lazio, UCSI Lazio, WeCa, Paoline, FISC Lazio, LUMSA e UCS CEL

Una sala di professionisti, studenti e comunicatori ha accolto, martedì 27 maggio, presso l’Aula Giubileo dell’Università LUMSA di Roma, il corso di formazione per giornaliste e giornalisti organizzato da un’ampia rete di realtà cattoliche e istituzionali.
L’evento promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, dall’Unione cattolica stampa italiana (UCSI) del Lazio, dall’ Associazione Comunicazione e Cultura Paoline Odv e dall’Associazione dei WebCattolici Italiani (WeCa), è stato organizzato in collaborazione di: Università LUMSA, Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC) del Lazio e Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale del Lazio.

Tema della mattinata: il Messaggio di Papa Francesco per la 59ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato «Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori», che ha dato lo spunto per una riflessione articolata su etica giornalistica, intelligenza artificiale, educazione mediatica e spiritualità della comunicazione.

Ad aprire l’incontro i saluti del Magnifico Rettore prof. Francesco Bonini (LUMSA), di don Stefano Cascio (vice direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma e Assistente ecclesiastico dell’Ucsi Lazio), e di don Paolo Padrini (direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Tortona e Consigliere dell’Associazione WeCa), che hanno evidenziato l’urgenza di una comunicazione «pacificata», che sappia coniugare verità, delicatezza, stile, e prossimità.

Un percorso a più voci

Il primo intervento è stato affidato ad Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, che ha richiamato i pericoli della “dispersione programmata dell’attenzione” e della logica della polarizzazione, tipiche della comunicazione digitale. Tornielli ha esortato a recuperare la centralità dei volti, della mitezza, della verità come ricerca e della comunicazione come testimonianza.

A seguire, il Premio Paoline 2025 è stato conferito a Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, «per il suo stile inclusivo, dialogante, fedele al Vangelo e capace di leggere i segni dei tempi». Accogliendo il premio, consegnato da suor Teresa Braccio e suor Paola Fosson, Ruffini ha dialogato con gli studenti, riflettendo sul ruolo dei social media, sulla riservatezza del Conclave e sull’importanza della responsabilità giornalistica.

Etica, AI, cuore

Tra i relatori anche suor Rose Pacatte, fsp, esperta di comunicazione e formatrice, che ha presentato strumenti pratici per una narrazione di fede autentica, rispettosa e consapevole, ribadendo l’invito del Papa a «disarmare la comunicazione». A lei, WeCa ha voluto consegnare un riconoscimento per l’impegno nella formazione digitale e la collaborazione nei tutorial WeCa, i cui prossimi dedicati a famiglia e digitale in occasione del Giubileo della Famiglia raggiungeranno quota 250.

Sergio Talamo, direttore comunicazione di Formez, ha proposto un «tecno-ottimismo» come risposta costruttiva alle sfide dell’intelligenza artificiale, incoraggiando l’educazione all’uso e non la censura.
Roberta Feliziani, consigliera dell’ODG Lazio, ha invece approfondito i rischi deontologici delle attuali pratiche giornalistiche: competizione esasperata, retoriche divisive, dominio dell’audience. La mitezza, ha sottolineato, può diventare una scelta rivoluzionaria per tornare a una professione orientata alla verità e al bene comune.

Infine, Paolo Valente, vicedirettore Caritas italiana, ha ricordato il valore del «cuore» nella comunicazione: luogo di verità profonda, di ascolto e discernimento. Un invito a cercare le minuscole pepite di bene, anche dove prevale il male, per generare una comunicazione che risana, riconcilia e costruisce ponti.

Una giornata da ricordare

A moderare i lavori Fabio Bolzetta, presidente di WeCa, e Maurizio Di Schino, presidente UCSI Lazio, in un dialogo costante con i relatori. Le conclusioni sono state affidate a don Alessandro Paone, incaricato per le comunicazioni sociali della CEL, che ha auspicato una «conversione del cuore» verso una comunicazione di pace, capace di silenzio, ascolto e dialogo autentico.

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