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I mass media sanno ascoltare la Chiesa? «Si racconti il bene in azione Ma noi evitiamo di chiuderci»

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14 Settembre 2023
I mass media sanno ascoltare la Chiesa? «Si racconti il bene in azione Ma noi evitiamo di chiuderci»

Di Fabio Bolzetta, WeCa, da Avvenire di martedì 12 settembre 2023

Come viene scelta la prima pagina di un quotidiano, la notizia principale di un sito web o l’apertura di una edizione del telegiornale?

Nelle aule dove si insegna (soprattutto ai giovani) il giornalismo – penso, ad esempio, alle università – offriamo un ampio spazio all’approfondimento dei criteri di notiziabilità che trasformano un fatto in notizia. Inutile girarci intorno: un milione e mezzo di giovani che, nel 2023, ad agosto, hanno scelto di raggiungere Lisbona per la 37esima edizione della Giornata mondiale della gioventù tornata in Europa, l’abbraccio con papa Francesco e le sue parole al culmine, per giovani dai cinque continenti, di un cammino di esperienze di comunità e preghiera, è una notizia. Ma l’elenco potrebbe allungarsi. Penso al primo Festival degli influencer cattolici, organizzato in quei giorni nella capitale portoghese, o al IV Congresso internazionale sulla cura del Creato – ne parlo avendo partecipato direttamente come relatore – in cui quattrocento giovani da tutto il mondo hanno elaborato, in diversi panel su ambiente, economia, educazione e tecnologia, un «Manifesto» per promuovere nuovi stili di vita che è stato consegnato a papa Francesco e il cui intero evento è stato trasmesso nel metaverso.

Si, è stata una «notizia silenziata» come ha ben evidenziato Vincenzo Corrado. Ed è stata una occasione persa per chi, tra venti di guerra, non ha percepito pienamente il soffio di Lisbona. Mentre, fuori dal mainstream, per i media di ispirazione cattolica ha quasi rappresentato uno spazio di esclusività (pur con eccezioni). Non è la prima volta che è accaduto: il format del racconto della Gmg nei media tradizionali ha sempre culminato con i giorni della presenza del Papa all’evento. Ma, come ha sottolineato Corrado, nel post pandemia e nella generazione dell’esplosione dei social, dal punto di vista mediatico, è stato un «racconto magro».

Per essere concreti domandiamoci: cosa è possibile fare? Anzitutto sento, seppur brevemente, di evidenziare una potenziale criticità: il rischio di rinchiuderci in recinti nei quali saranno sempre di più solo, o soprattutto, le testate di ispirazione cattolica a occuparsi di raccontare in tal modo eventi «cattolici».

Aggiungo allora un possibile insegnamento che è possibile setacciare proprio da quanto accaduto: cogliere il digitale come opportunità. La Giornata mondiale di Lisbona è stata la prima Gmg dei nativi digitali cresciuti con i social media.
Avete notato quanto l’entusiasmo di chi ha partecipato abbia inondato i social? Il digitale potrebbe così rappresentare, anche per i media tradizionali, uno spazio ulteriore di racconto dedicato. E, in maniera più ampia per ogni testata giornalistica, da coltivare se inserito in una progettualità non improvvisata ma che precede, accompagna e segue l’evento anche dopo la sua conclusione.

Perché, come ha scritto Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, si dovrebbe pensare più a far bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio». Forse, anche nel raccontare quanto di bene accade.

Fabio Bolzetta – Presidente Associazione WebCattolici italiani (Weca)

 

 

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