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“La Chiesa nel digitale. Strumenti e proposte”. La presentazione del libro di WeCa su sanfrancesco.org

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4 Ottobre 2022
“La Chiesa nel digitale. Strumenti e proposte”. La presentazione del libro di WeCa su sanfrancesco.org

Di Antonio Tarallo su sanfrancesco.org

A colloquio con Fabio Bolzetta: San Francesco, l’influencer di Dio

San Francesco influencer della sua epoca: in fondo, si potrebbe, oggi, definire così – influencer – il fondatore dell’Ordine francescano. Basterebbe pensare al suo modo di concepire la comunicazione, del tutto originale per il 1200: dal pulpito alle piazze, alle agorà, per essere vicino alla gente e per la gente. Avveniva così che le parole non rimanevano più racchiuse nelle mura di una chiesa, ma viaggiavano libere all’aria aperta, perché la Parola delle parole è di tutti, non – certo – di un ristretto gruppo di persone.

Oggi, davanti a noi, si aprono altre piazze rispetto a quelle di Francesco d’Assisi, ben più ampie: sono le finestre di Facebook; sono le immagini di Tik Tok; sono i tweet che con i loro cinguettii animano la foresta del mondo digitale. E a riflettere su questo panorama sconfinato di nuove vie di comunicazione, ci ha pensato Fabio Bolzetta, giornalista inviato di Tv2000, presidente di WeCa (Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani), con il suo ultimo libro “La Chiesa nel digitale”, edito dalla Tau Editrice, con la preziosa e prestigiosa prefazione di Papa Francesco. San Francesco patrono d’Italia, in occasione della festa del 4 ottobre, lo ha intervistato, affrontando uno dei temi più importanti per il mondo della comunicazione d’oggi: il rapporto della società e della Chiesa con i nuovi mezzi di comunicazione.

Da tempo, come giornalista, si dedica al ruolo di internet nella comunicazione. Il libro che ha dato alle stampe e che sta riscuotendo successo da più parti del mondo analizza proprio questo mondo così vasto e affascinante del web. Ma come nasce Fabio Bolzetta comunicatore della Chiesa, e – soprattutto – come nasce questa particolare dedizione ai nuovi strumenti di informazione?

Non posso non andare con la memoria alla prima “scintilla”, a quella che si potrebbe definire, in fondo, “chiamata”: già ero impegnato nel percorso di studi di Scienze della Comunicazione alla LUMSA di Roma, dove ora svolgo attività accademica. In quel periodo si stava preparando la Giornata mondiale dei giovani: quella che rimarrà alla storia come la famosa GMG di San Giovanni Paolo II a Tor Vergata, del 2000. Chiamarono un gruppo di studenti per collaborare all’ufficio stampa del comitato organizzativo. Fra quei ragazzi c’ero anche io. E, con grande commozione, ricordo ancora benissimo che ai piedi della grande croce, ho sentito che poteva essere quella la mia strada, la mia missione-vocazione: comunicare il Messaggio della Chiesa, attraverso i mezzi d’informazione. Fui colpito dal modo di comunicare di San Giovanni Paolo II: anche se già provato nel fisico, con quei suoi gesti semplici, riusciva ad arrivare a tutti. Quei gesti, quel volto, hanno segnato la mia vocazione: vivere la comunicazione nell’ambito cattolico! Da quel giorno in poi sono venute le mie prime esperienze giornalistiche, con l’entrata poi in Sat2000: da vent’anni lavoro in questa bellissima realtà promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana come fosse il primo giorno. E, proprio intorno alla fine degli anni ’90, cominciano a sorgere le tante realtà della rete: a cavallo di quella mia prima esperienza. Così, pian piano, vengo coinvolto in questo nuovo modo di comunicare per raccontare, fino ad arrivare alla nascita dell’associazione WeCa del 2003.

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